I menischi sono strutture fibrocartilaginee interposte tra i condili del femore e la tibia; questa strutture hanno una forma a C le cui due estremità si chiamano corna mentre la parte di mezzo di chiama corpo. Il ginocchio è formato da due menischi, quello mediale, interno, è il più largo, mentre quello laterale, esterno, è più piccolo e tondo.
I menischi hanno diverse funzioni:
-aumentano la congruenza delle superfici articolari
-lubrificano l’articolazione tramite la distribuzione di liquido sinoviale all’interno della capsula
-creano una stabilità nel movimento di flesso estensione
-costituisco un blocco meccanico al movimento di rotazione
-ammortizzano gli urti.
Quando traumatiche, le lesioni dei menischi raramente sono isolate, spesso sono infatti associate a lesioni di altre strutture del ginocchio quali i legamenti collaterali mediale e laterale ed il legamento crociato anteriore. Se isolate, le lesioni al menisco derivano spesso da microtraumi ripetuti i quali portano a degenerazione della struttura.
Le lesioni meniscali devono essere differenziate a seconda che colpiscano le corna/il corpo ed a seconda che riguardino la parte più esterna e vascolarizzata della C, piuttosto che quella più interna e non vascolarizzata; le lesioni più frequentemente avvengono nel menisco mediale in quanto più fisso e rigido, colpiscono soprattutto la porzione posteriore, possono rimanere isolate su di essa od estendersi fino al corpo della C.
Esistono diversi tipi di lesione, i due macro gruppi sono:
-lesioni chiuse-->tendenzialmente non creano problemi di funzionalità al ginocchio, raramente vengono operate a meno che non ci sia una necessità sportiva.
-lesioni aperte-->queste richiedono l’operazione chirurgica in quanto fastidiose se non trattate; alcuni esempi di lesione aperta sono quella a “manico di secchio”, la quale impedisce l’estensione completa della gamba, a “becco di pappagallo” e di tipo “flap”.
Per le lesioni chiuse od in attesa dell’operazione, si procede con il protocollo R.I.C.E. (rest, ice, compression and elevation); il ginocchio deve essere immobilizzato, messo a riposo, elevato per migliorare il drenaggio del ristagno dei liquidi capsulari ed infiammatori e sottoposto ad una terapia con il ghiaccio per alleviare il dolore e ridurre il gonfiore. Sotto direzione medica si possono assumere FANS in modo da sfiammare l’articolazione e calmare la sintomatologia.
Per le lesioni aperte si può procedere in tre modi:
-suturazione tramite artroscopia-->valida per le lesioni longitudinali per lo più sul bordo esterno.
-meniscectomia parziale, subtotale e totale-->per lesioni presenti sul bordo interno, l’intervento e la ripresa sono più lunghi; la migliore è la meniscectomia parziale.
-trapianto meniscale-->può essere effettuato tramite autoinnesti, alloinnesti o scaffold protesici.
Compito principale del professionista è ricercare un’armonia strutturale tra l’articolazione in disfunzione ed il resto del corpo, l’osteopata va quindi a ricercare interferenze sopra e sotto il ginocchio che possano portare al sovraccarico della regione.
L’osteopata, tramite tecniche articolatorie, ripristina poi elasticità alle parti molli ed ai legamenti rotulei i quali traggono rapporti con i menischi; mediante tecniche di rilascio muscolare e di fibro lisi libera la rotula e il legamento rotuleo da eventuali impedimenti di libertà nel movimento determinati da un deficit di lunghezza (e da aderenze che ne alterano la corretta meccanica) del muscolo quadricipite nella parte anteriore e del muscolo gastrocnemio nella parte posteriore.
L’approccio osteopatico è per chi non necessita l’intervento chirurgico e per chi sta recuperando la funzionalità del ginocchio post intervento.
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