Lo strappo muscolare è una lesione piuttosto grave che provoca la rottura delle fibre costituenti il muscolo; più frequentemente si verifica a livello dell’arto inferiore (coscia e gamba) e della schiena (fascia lombare).
Lo strappo è generalmente provocato da un’eccessiva sollecitazione della muscolatura in seguito a una brusca contrazione, un movimento scorretto o uno scatto improvviso che va ad oltrepassare il limite fisiologico di tensione che il muscolo è in grado di sopportare.
In base al numero di fibre muscolari coinvolte si hanno diversi livelli di gravità dello strappo muscolare: strappo di primo, secondo e terzo grado, quest’ultimo, oltre al gonfiore, si si caratterizza per la presenza di edema ed ematoma. La sintomatologia varia e si intensifica in base alla gravità della lesione, tuttavia, i sintomi classici sono: dolore acuto nella zona colpita, edema, gonfiore ed ematoma nei casi più gravi.
Lo stiramento, invece, è una lesione muscolare di lieve o media entità che comporta l’allungamento eccessivo di uno o più muscoli provocando generalmente anche la comparsa di ematoma per la rottura dei vasi capillari. A seconda del numero di fibre muscolari coinvolte e dell’entità dell’allungamento lo stiramento si definisce di grado 1,2 o 3 in ordine crescente di gravità. I muscoli maggiormente soggetti allo stiramento sono quelli della schiena, del petto, dell’addome, dell’arto inferiore (coscia e polpaccio) e della zona del collo-spalle.
Il dolore si manifesta come un dolore muscolare acuto, intenso e circoscritto alla zona interessata; alla lesione si associano: edema, gonfiore, infiammazione, ematoma, limitazione dei movimenti, riduzione della forza, rigidità muscolare, tensione ed indolenzimento.
STRAPPO
Il processo di cura dello strappo muscolare cambia a seconda della sua gravità, di conseguenza cambia anche l’approccio medico.
Nei casi più lievi è consigliato un periodo di riposo assoluto di 10-15 giorni, un’immobilizzazione della zona tramite fasciatura, impacchi di ghiaccio, tener sollevato il più possibile il muscolo per favorire il ritorno venoso e al bisogno l’assunzione di farmaci analgesici.
Gli infortuni di media e severa entità vengono indagati tramite esami strumentali quali ecografia e RMN. In questi casi, oltre alle accortezze già prima descritte, il medico/ortopedico può dirigere il paziente verso differenti trattamenti medici quali: fisioterapia di riabilitazione, tecarterapia, ultrasuoni, laserterapia, TENS, magnetoterapia; nei casi più gravi che non trovano beneficio dalle precedenti procedure si ricorre all’intervento chirurgico.
STIRAMENTO
La diagnosi dello stiramento si effettua di norma mediante palpazione e verifica della funzionalità dell’arto o, in generale, della zona del corpo colpita; se il dubbio persiste il medico consiglia esami strumentali quali ecografia e raramente RMN.
Il processo di cura dello stiramento muscolare cambia a seconda della sua gravità, di conseguenza cambia anche l’approccio medico.
Nei casi più lievi è consigliato un periodo di riposo assoluto di 2-3 settimane, terapia del ghiaccio, un’immobilizzazione della zona tramite fasciatura, tener sollevato il più possibile il muscolo per favorire il ritorno venoso, applicazione di pomate/gel con principi antinfiammatori ed al bisogno l’assunzione di farmaci analgesici (FANS, miorilassanti).
Nei casi di media e severa entità, oltre alle accortezze già prima descritte, il medico/ortopedico può dirigere il paziente verso differenti trattamenti medici quali: fisioterapia di riabilitazione, tecarterapia, ultrasuoni, laserterapia, TENS, magnetoterapia, kinesio taping ed agopuntura.
Il trattamento di strappi e stiramenti presuppone un lavoro di test ed anamnesi importante allo scopo di definire il grado ed il tipo di lesione, nel caso la lesione sia di un’entità media o severa è sempre meglio indirizzare il paziente verso un consulto medico. Il trattamento differisce in base all’origine della lesione, se traumatica ci si focalizza sull’area colpita e su quelle vicine al fine drenare la zona liberando ciò che ostacola il passaggio dei liquidi accumulati; se l’origine della lesione è di origine posturale, oltre al lavoro locale, si esegue una valutazione posturale per poi correggere i sovraccarichi. In entrambi i casi è previsto un lavoro di rimozione delle rigidità locali articolari o mio fasciali che si oppongono ad una postura corretta preferendone invece una compensatoria.
Ogni paziente viene trattato nel modo più semplice ed efficace possibile in base all’anamnesi e alla risposta ai test ortopedici ed osteopatici; le tecniche di correzione vengono adattate all’individualità irripetibile del soggetto.
Anche nei casi in cui si rende necessario l’intervento chirurgico, il trattamento osteopatico può essere d’aiuto nel post-intervento.
Richiedi informazioni